Francesco Balvis con scalpello [www.oranilegno.com]
Tecniche e materiali: Intarsio - le tecniche
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Le tecniche dell"intarsio

Tarsia Certosina

La definizione di questa tecnica pare che derivi dall’ordine dei monaci Certosini fondato da San Bruno nel 1084, e si diffuse in Italia tra il XIV e XV secolo traendo lo stile decorativo da stilemi di origine arabi e musulmani. Alcuni storici dell’arte indicano invece i Canozi da Lendinara come i primi intarsiatori ad applicare tale tecnica in Italia.

L’intarsio con il metodo certosino si realizza innestando in una base di legno massello elementi decorativi di materiali diversi, generalmente lignei, pretagliati e sagomati in modo da combaciare perfettamente con l’incasso della base in cui verranno alloggiati. Ma procediamo per gradi. Innanzittutto bisogna creare il disegno definitivo del lavoro su una carta da lucido, in modo da avere il progetto dell’opera in cui sono ben distinguibili i singoli tasselli che la costituiscono. Ogni tassello verrà realizzato separatamente riportando il relativo disegno dalla carta lucida alla listra di materiale che gli abbiamo assegnato. Quindi lo si ritaglia con un seghetto a traforo, facendo attenzione a non inclinare la lama del seghetto: è indispensabile tenerla sempre perfettamente perpendicolare al legno per evitare di ricavare dei tasselli imprecisi. Una volta realizzate tutte le tessere del disegno, li si riporta sull’asse di legno massello e se ne tracciano i contorni con la matita. In fine si prepara lo scasso che ospiterà i tasselli, con scalpelli e sgorbie e si inseriscono gli elementi nei relativi alloggiamenti.

Come possiamo osservare la teoria è molto semplice, ma non lo è altrattanto la pratica. Per raggiungere buoni risultati è richiesto un elevato grado di precisione che deriva sia dalla buona conoscenza dei materiali impiegati, sia dalla ottima padronanza degli strumenti di lavoro. Se l’opera viene eseguita ad arte i tasselli combaceranno perfettamente nell’incasso e avremo dato vita ad un’opera di Tarsia a buio, che non richiede l’uso di collanti. A questo punto è bene considerare che il legno massello e le tessere sono di materiali e forme diversi, ciascuno dei quali reagisce a modo proprio alle variazioni di temperatura e di umidità. Pertanto, per quanto perfetta sia l’esecuzione del lavoro, è consigliabile procedere all’incollatura dei tasselli in modo da stabilizzare il lavoro finito.

Intarsio a toppo

La caratteristica immediatamente distinguibile dell’intarsio a topo è la ripetitività del motivo decorativo che solitamente è costituito da un complicato intreccio di forme poliedriche.

i colori dell intarsio progetto di intarsio a topo Esempio di intarsio a toppo

La realizzazione parte sempre da un progetto in scala reale che riporti le misure e gli angoli dei poliedri. Per ogni poliedro andremo a creare un listello del materiale prescelto seguendo alla perfezione le misure e gli angoli di taglio del progetto. Inoltre i listelli dovranno essere sufficientemente lunghi da consentire più tagli trasversali (ne vedremo poi il motivo). Una volta creati, i listelli vengono assemblati incollandoli tra loro per riprodurre il disegno originale del progetto. Li si lega con un cordino per stabilizzare l’incollatura ottenendo così il toppo.

Il toppo non è altro che una colonna costituita dai listelli incollati. Tagliando trasversalmente questa colonna in sottili lamine otteniamo una sequenza di coppie perfette dello stesso disegno che, affiancate opportunamente, vengono usate per ricoprire in tutto o in parte le facciate del mobile da decorare.

 

Intarsio geometrico

Esempio di intarsio geometrico
Tavolino con decorazioni in intarsio geometrico realizzato dalla
Falegnameria Ziranu & Balvis.

La tarsia geometrica si sviluppa a Firenze nei primi decenni del 1400 e prende il suo nome dalle forme che caratterizzano le decorazioni dell’intarsio. Originariamente il disegno intarsiato andava a coprire completamente la superficie da decorare, e veniva realizzato affiancando i listelli pretagliati in forme geometriche.

Sembrerebbe che questa tecnica sia più vicina all’arte del mosaico che a quella dell’intarsio, se non fosse per la natura lignea dei materiali trattati. Utilizzando invece le figure geometriche nella tecnica certosina si mantiene un legame più stretto con le origine di quest’arte e si segna una linea di demarcazione definita fondamentalmente dallo stile delle decorazioni, i cui motivi si distaccano decisamente dagli influssi arabi e musulmani che caratterizzarono i primi lavori intarsiati.

Intarsio prospettico

Esempio di intarsio prospettico

L’intarsio prospettico arrivò come naturale evoluzione della Tarsia geometrica, a voler rappresentare scenari realistici come monumenti, piazze, scorci di città, nature morte e, più in generale, qualsiasi soggetto si prestasse ad evidenziare il carattere prospettico dell’opera. La maggior complessità dei motivi decorativi richiedeva un repertorio più vasto di tonalità di colori e chiaroscuri. Per questo motivo il legno veniva trattato con essenze che ne alteravano il colore quanto bastava per ottenere l’effetto voluto. Per i chiaroscuri si utilizzavano tecniche di cottura e di marchiatura a fuoco. Tendenzialmente l’intento era quello di allinearsi ai caratteri formali della pittura, tant’è che alcune opere venivano ulteriormente decorate con pennellate di colori che ne arricchivano le sfumature e creavano una visione più realistica del soggetto intarsiato.

Tecnicamente la Tarsia prospettica viene realizzata coma quella geometrica. Si crea un disegno del paesaggio da rappresentare in base al quale vengono preparati separatamente i tasselli che dovranno essere poi riassemblati sulla base.

 
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